Recensione film Una poltrona per due
Cinema / Recensione - 16 December 2023 15:00
Per la prima volta in 4K la commedia natalizia per eccellenza
Sono passati quaranta anni
dalla realizzazione del celebre lungometraggio, uscito in realtà in piena
estate, che grazie all’ambientazione della storia è riuscito a diventare un
“must” natalizio come il Presepe, l’albero, il panettone e i torroni.
Quaranta anni che la pellicola non sembra aver accusato visto che è diventato un appuntamento fisso in televisione e da quest’anno è disponibile anche 4K Ultra HD + Blu-ray. Un successo meritato perché è un’opera brillante che rappresenta molto bene lo spirito ottimista degli anni Ottanta e perché almeno a Natale il pubblico desidera vedere una storia a lieto fine.
Trama di Una poltrona per due
A Filadelfia i fratelli Randolph e Mortimer Duke (Ralph Bellamy e Don Ameche) possiedono una società di intermediazione di materie prime, Duke & Duke Commodity Brokers. Pur essendo fratelli, hanno caratteri molto diversi, uno più cauto nel prendere nuove iniziative, l’altro più propenso a rischiare e, soprattutto, hanno opinioni opposte sulla questione tra natura e educazione ovvero se la vita di una persona sia più influenzata dal carattere o dall’appartenenza sociale.
Decidono di fare una scommessa e condurre un esperimento, cambiando la vita di due persone profondamente diverse: il loro amministratore delegato, il raffinato ed arrogante Louis Winthorpe III (Dan Aykroyd), fidanzato con la nipote dei Duke, Penelope Witherspoon (Kristin Holby) e il povero truffatore di strada Billy Ray Valentine (Eddie Murphy).
Incaricano Clarence Beeks (Paul Gleason), uomo di loro fiducia, di incastrare Winthorpe, facendolo passare per ladro, spacciatore e donnaiolo. Licenziato dalla Duke & Duke, i suoi conti bancari vengono congelati, gli viene negato l'accesso nella casa di proprietà di Duke e allontanato da Penelope e dai suoi amici.
Al suo posto Randolph e Mortimer Duke mettono Billy Ray Valentine, ora nuovo amministratore delegato della società e gli concedono l'uso della casa di Winthorpe. Valentine utilizza il fiuto per portare avanti brillanti operazioni finanziarie e inizia a comportarsi in modo educato.
Per un motivo del tutto fortuito Valentine ascolta la conversazione tra i due fratelli Duke, determinati una volta concluso l’esperimento a sbarazzarsi di lui perché nero e cerca Winthorpe, il quale nel frattempo ha trovato asilo a casa di Ofelia (Jamie Lee Curtis), una prostituta che ha deciso di aiutarlo in cambio di una ricompensa, per informarlo dell’esperimento.
Valentine, Ophelia, Winthorpe e il suo maggiordomo, Coleman (Denholm Elliott), decidono dimettere a punto un piano che punisca Randolph e Mortimer Duke nella cosa più cara che hanno: i soldi.
I molti punti di forza di Una poltrona per due
Se parlare in modo più che dettagliato del film è quasi inutile, vista la fama che lo circonda, meritano, invece, di essere evidenziati gli aspetti che rendono singolare questo lungometraggio, invogliando lo spettatore a vederlo più volte. Innanzitutto, i ritmi quasi perfetti della storia, che non ha momenti di calo, e la sua interessante struttura narrativa che a livello di sceneggiatura si può dividere in due tempi: la discesa di Louis Winthorpe III agli inferi ad opera dei terribili fratelli Duke, che per una scommessa para-sociologica hanno deciso di sostituirlo con un senzatetto, Billie Ray Valentine; la risalita di Louis, che assieme a Valentine, al fedele maggiordomo Coleman e alla prostituta Ophelia, organizza una terribile vendetta a danno dei sadici Duke.
Una seconda interessante analisi della sceneggiatura, in voga nella Hollywood dell’epoca, prevede che questa sia ripartita in tre atti e comprenda un punto di svolta.
I tre atti sono, rispettivamente, la caduta di Louis Winthorpe III, il piano per colpire i fratelli Duke e la vendetta consumata a Wall Street. Il punto di svolta è l’intervento di Billie Ray Valentine, che soccorre il febbricitante Winthorpe III, prossimo alla fine.
Tra gli attori si evidenziano felici contrasti e buone integrazioni, perché, è bene ricordare, le opere artistiche di qualunque genere si reggono sul contrasto tra persone e situazioni. Abbiamo tre coppie che si contrappongono e si completano al tempo stesso: Louis Winthorpe III e Billie Ray Valentine, prima nemici e poi amici, profondamente diversi eppure complementari fra loro: mai due attori sono stati così perfetti per un simile ruolo; i fratelli Duke, uno più cauto nelle sue azioni, l’altro più propenso a correre rischi; infine, una coppia particolare: Penelope Witherspoon e Ophelia. In questo caso si tratta di un contrasto a distanza: le due donne si sfiorano appena, ma rappresentano quanto di più antitetico possa esistere a livello di femminilità e ruoli sociali.
Restano da spiegare le
ragioni del successo di questo film, una delle commedie più importanti degli
anni Ottanta, che a distanza di quaranta anni continua a piacere al pubblico -
tanto da costituire un appuntamento fisso -, un capolavoro realizzato da Jhon
Landis, regista di altri capolavori come Animal House, The Blues Brothers, Un
lupo mannaro americano a Londra.
Innanzitutto, la sua straordinaria capacità di narrare temi universali come l’analisi della natura umana e l’ingiustizia sociale. E a proposito di ingiustizia sociale, il film ha contribuito a dare vita ad una legge del governo americano statunitense, la “Eddie Murphy Rule” la quale, approvata nel 2010, regola l’insider trading ovvero la compravendita di strumenti finanziari da parte di una persona che, in virtù della sua posizione lavorativa, è a conoscenza di informazioni privilegiate utilizzate per ottenere un profitto.
A livello narrativo è una commedia politicamente scorretta, piena di situazioni comiche e dissacranti, ma soprattutto una favola a lieto fine per adulti e bambini e come tutte le favole ha una sua morale che vale la pena di tenere presente.
Ricorda che nessuno è invincibile. Tutti hanno dei punti deboli, come i fratelli Duke, che li rendono vulnerabili. Infine, insegna il valore della solidarietà, fondamentale quando si tratta di affrontare forze più grandi di noi, perché uniti si può resistere a certi soprusi e soprattutto si può vincere.
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